L’area che si affaccia sulla strada pubblica è contraddistinta da alcuni degli elementi architettonici più rilevanti del Parco. La bella struttura del belvedere, una terrazza circolare rialzata, raggiungibile attraverso una scalinata e delimitata da una balaustra in pietra, era stata originariamente concepita per offrire una vista panoramica sulla campagna circostante e sulla città.
Accanto alla base, coperta da grandi massi trasportati dal vicino Carso, si affaccia un piccolo stagno, risultato dagli scavi per la sopraelevazione della costruzione, nel quale si specchia la statua di Narciso dello scultore veneto Orazio Marinali.
La scalinata del belvedere è collegata ai resti dell’originario muro di cinta, al quale è stata addossata una parete di pietra a nicchie, nelle quali sono alloggiate altre statue del Marinali, Venere, Paride e forse Adone. Da qui, un sentiero prosegue verso un pergolato realizzato con pilastri di pietra che un tempo sostenevano una struttura a travi lignee su cui si arrampicavano antichi roseti.
Il pergolato, da una parte, conduce verso una scenografica scalinata che scende verso il viale di accesso e l’ingresso principale del parco, dall’altra, invece, riconduce al grande prato, passando attraverso l’antico cancello di ferro che un tempo conduceva alla campagna circostante.
Lungo la scalinata sono stati ricollocati i grandi vasi con piante di jucca che, come si vede in alcune cartoline d’epoca, già il conte Alfredo era solito esporre ogni anno con l’arrivo della primavera.