Un tortuoso sentiero a tornanti scende lungo il giardino delle rocce fino al grande prato inferiore, chiuso su un lato dal terrapieno eretto per la costruzione del ponte sul torrente Corno, che fu definitivamente interrato nel secondo Dopoguerra.
Quest’area dalla vegetazione assai varia, priva finora di una vera sistemazione, un tempo era coltivata a viti e ulivi, ma dopo che una gelata nel 1928 provocò la morte di queste colture, fu data in affitto come orto e prato da sfalcio.
La collinetta che si scorge sul fondovalle fu fatta erigere negli anni Sessanta dal conte Guglielmo, che vi fece piantare quattro cedri dell’Himalaya.
Ai piedi del terrapieno, da dove un largo sentiero contornato di lecci consente di risalire verso la zona superiore si conserva una bassa struttura in cemento che celava un pozzo profondo 22 metri da dove, per mezzo di una potente pompa, l’acqua veniva incanalata verso le zone superiori, consentendo l’irrigazione dell’intero parco. La nuova sistemazione si propone di valorizzare questa vasta area, adibita a ospitare eventi e attività didattiche.