Il ritratto a destra della porta di accesso rappresenta il re di Francia Carlo X di Borbone che proprio in questa stanza, durante il suo esilio, trovò la morte a causa del colera il 6 novembre 1836. Collocato sotto l’immagine del sovrano, il bel tavolo da toilette in mogano con applicazioni in bronzo dorato è un pregevole prodotto del periodo napoleonico, forse proveniente dalla corte toscana di Elisa Baciocchi Bonaparte.
Sul piano di marmo poggiano una pendola francese raffigurante la dea Minerva, opera del bronzista napoleonico Pierre Philippe Thomire, e una curiosa ventarola di tartaruga. Gli altri arredi della sala intendono evocare l’epoca del regno di Carlo X a cominciare dal salotto di mogano con applicazioni in bronzo dorato, databile ai primi anni del XIX secolo, caratterizzato dalle eleganti forme arcuate degli schienali a lira.
Sulla parete dietro il divano è esposta una serie di tempere su carta con raffigurazioni mitologiche firmate da Michelangelo Maestri, pittore, miniatore e incisore attivo a Roma a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.
Nell’angolo un’elegante vetrina impiallacciata in mogano con profili in ottone contiene argenti di inizio Ottocento e altri oggetti preziosi.
Accanto, sullo scrittoio con saracinesca a cilindro, opera di un’ebanista francese di epoca Restaurazione, trova posto il busto marmoreo di Michele Coronini realizzato dal famoso scultore neoclassico Berthel Thorvaldsen (1770-1844).
Sulla parete soprastante si possono ammirare alcuni importanti dipinti tra cui un Ritratto maschile di Dmitri G. Levitskij (1735-1822), il Ritratto della famiglia Kushnikov di Virginie Ancelot Chardon (1792-1875) e alcuni paesaggi di scuola francese e inglese.
Tra le due finestre è invece appeso il Ritratto di Olga Westphalen Fürstenberg, la madre di Guglielmo Coronini, eseguito dal viennese Alois Hans Schram (1864-1919). Sullo scrittoio sottostante, con piano scorrevole e ribalta, sono collocati una lampada a olio e un servizio da scrittura in malachite di provenienza russa. Di grande pregio sono infine le tre coppie di candelieri in bronzo e bronzo dorato databili tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.