Il ritratto raffigura Angiolina Ritter de Zàhony, terzogenita del noto mercante e imprenditore triestino Giovanni Guglielmo Sartorio e di sua moglie Anna Gobbi. Il 25 aprile 1846 si unì in matrimonio a Heinrich Ritter de Zàhony, discendente di una ricca famiglia di industriali di origine tedesca. Il dipinto è opera del pittore prussiano Adolf Henning, chiamato a Trieste nel 1857 da Giovanni Guglielmo Sartorio per realizzare il suo ritratto. La figlia Angiolina l'anno successivo avrebbe commissionato all'artista il suo ritratto e quelli del marito e della figlia Carolina, nonché il dipinto L’Angelo custode di Emma e Carolina. Il rrivela pienamente il neocinquecentismo tipico della ritrattistica di Henning e la resa dei particolari e dei materiali permette di accostare la tela alle altre opere che questi realizzò a Trieste.
Angiolina fu assai nota in città per il suo impegno caritativo costante, profondo e sincero. Spinta forse dai molti dolori che attraversarono la sua lunga vita, tra cui la perdita di una figlia e di un'amatissima nipote, si dedicò incessantemente alla cura del prossimo, degli indigenti, dei bisognosi, con generose donazioni, ma anche con intenso coinvolgimento personale, che le fece guadagnare l'affettuoso appellativo di "madre dei poveri". Fu anche in segno di riconoscenza che nel 1895 il Comune decise di intitolare a suo nome una delle nuove strade parallele al Corso, create in seguito all'espansione urbanistica della città in direzione della Ferrovia meridionale.
