L’orologio dimostra la grande perizia e abilità tecnica che Johannes Van Ceule le Jeune apprese dal padre, il quale lavorò per il fisico Christian Huyhens, le cui innovazioni segnarono progressi fondamentali nel campo dell’orologeria nella seconda metà del Settecento. Johannes Van Ceule le Jeune fu attivo a L’Aia nel primo quarto del XVIII secolo, dove realizzò, attorno al 1720, anche l’orologio della collezione Coronini. La datazione viene suggerita dai particolari del movimento, dal numero che vi è inciso e dalla caratteristiche della seconda cassa. Il meccanismo si trova in ottime condizione: ne è una conferma la campana metallica della suoneria, che non presenta alcun segno di ossidazione. Di rilievo è la presenza della suoneria muta che emette un suono sordo. Per l’interessante meccanica e per il finissimo lavoro di sbalzo e traforo delle casse eseguito da Pierre Hebert (orafo ugonotto originario di Dieppe), quest’orologio è uno dei pezzi più pregevoli della collezione, a cui forse venne aggiunto solo in epoca più recente, poiché non v’è traccia negli elenchi di preziosi dell’archivio storico di famiglia.
