La produzione degli argentieri russi dell’Ottocento, oltre alle suppellettili da tavola e d’arredo comprendeva anche oggetti di carattere religioso, tra cui articoli liturgici di vario tipo e, soprattutto, le oklad, ovvero le preziose coperture per icone. La tradizione di rivestire le antiche icone dipinte con protezioni in metallo, che lasciano scoperti solo il volto e le mani dei personaggi sacri, pare risalire almeno al XVII secolo, quando il patriarca Nikon ordinò un’oklad d’oro per la famosa Vergine di Vladimir, considerata protettrice della Russia. A partire dall’Ottocento le icone e le coperture in argento cominciarono a essere realizzate contemporaneamente e, verso la fine del secolo, si arrivò al punto che spesso non si dipingeva più l’intera immagine, ma solo le parti che rimanevano a vista.
Realizzate con fogli d’argento stampato, rifiniti in seguito con un lavoro manuale di cesellatura e incisione o con applicazioni a niello o a smalto, le oklad realizzate nel XIX secolo presentavano spesso elementi in rilievo, come si vede in questa icona raffigurante il Cristo Pantocratore. I soggetti, codificati da una lunghissima tradizione erano solitamente copie di famose immagini considerate miracolose, riprodotte in centinaia di esemplari.