Il busto realizzato in biscuit su una base in porcellana invetriata e dorata rappresenta un giovanissimo Francesco Giuseppe, non ancora ventenne. Oggetti di questo tipo, assai più economici dei ritratti in marmo, venivano prodotti in grande quantità dalla manifattura di stato con chiaro intento propagandistico, ovvero per consentire a tutti i sudditi di avere nella propria abitazione un’immagine del sovrano. La manifattura viennese, la seconda in Europa a produrre oggetti in porcellana a pasta dura, fu fondata nel 1717 da Claudius du Paquier, che era riuscito a impadronirsi della preziosa ricetta detenuta fino a quel momento solo dalla fabbrica di Meissen. La produzione ebbe inizio intorno al 1719-1720 sotto la direzione di du Paquier che nel 1744 cedette la manifattura allo stato, sotto il cui controllo rimase fino al momento della chiusura nel 1864.
Il termine biscuit (biscotto) è utilizzato per indicare il primo stadio di cottura della porcellana, precedente la successiva smaltatura che determina la patina bianca e lucida propria della porcellana. La superficie opaca tipica del biscuit rendeva questo materiale particolarmente adatto alla produzione di statuine e ritratti.