Le ricchissime collezioni lasciate dal conte Guglielmo Coronini Cronberg comprendono alcuni veri e propri capolavori: dipinti, sculture, mobili, gioielli e altri preziosi oggetti d’arte decorativa che testimoniano l'evoluzione del gusto nei secoli passati e il raffinato collezionismo della famiglia Coronini.
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L’opera più preziosa appartenente alla Biblioteca Coronini Cronberg è senza dubbio un raro manoscritto rinascimentale sul gioco degli scacchi. Pur essendo documentato nelle collezioni Coronini già negli anni Cinquanta del Novecento, solo nel 2006 nel piccolo volume finemente rilegato in pelle, è stato riconosciuto l’autografo del grande matematico rinascimentale Luca Pacioli (1445c.-1517c.), intitolato De ludo schaccorum, detto Schifanoia. Lo scritto, che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto essere dedicato alla marchesa di Mantova Isabella d’Este e a suo marito Federico Gonzaga, fu redatto intorno all’anno 1500 e, pur essendo noto attraverso testimonianze documentarie dello stesso Pacioli, era da secoli considerato perduto. L’attribuzione a Pacioli ha trovato conferma sia nelle caratteristiche grafiche del codice, sia nella lingua del manoscritto.
Matematico tra i più insigni del suo tempo, Luca Pacioli (1445-1517), originario di Borgo San Sepolcro fu in contatto con noti artisti come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci con il quale a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, si instaurò un rapporto di profonda amicizia e di reciproca collaborazione. Per tale ragione fin dal momento del ritrovamento del manoscritto da più parti è stato ipotizzato che anche i disegni contenuti nel codice potessero essere opera del grande artista. Finora nessuna delle ipotesi e delle argomentazioni presentate in proposito sono parse tuttavia decisive o convincenti.