La lama, curva e a un filo, è in acciaio di media qualità ed è probabilmente il risultato dell’accorciamento di una lama più lunga, databile al XVIII secolo. È invece di fattura pregevole il fornimento leggermente più tardo e databile al XIX. Caratterizzato dalla tradizionale conformazione a orecchie è incamiciato in argento sbalzato a ricchi girali di foglie d’acanto terminanti in frutti simili a motivi cachemire; al centro dell’impugnatura corre una fascia con bottoni in argento alternati a piccole spirali in filigrana. Sul tallone della lama l’impugnatura si prolunga in due alette sagomate e traforate, incise anch’esse a girali d’acanto.
Gli yatagan si diffusero nei territori dell’Impero ottomano a partire dal Seicento (ancora nel Cinquecento erano riservati ai grandi personaggi); nei Balcani venivano portati anche in coppia, dentro il fodero e con il filo rivolto verso il basso, infilati nella fusciacca che circondava la vita, insieme a una coppia di pistole. Questo tipo di arma fu in uso anche presso gli irregolari balcanici al servizio dell’impero austro-ungarico.