Le due teste delle collezioni Coronini non erano incluse nel gruppo di 49 opere ripetutamente esposte dal 1793, poiché probabilmente erano state precedentemente vendute dal fratello di Messerschmidt, che appose le iniziali “F. M. Sch.” e forse intervenne anche con alcun rifiniture a freddo. Contrariamente alle altre opere della serie, in grado di reggersi autonomamente su una base direttamente incorporata nel busto, quelle goriziane, in seguito a un successivo rimaneggiamento, poggiano invece su un supporto di legno, inserito in un piedistallo di alabastro. Identificata dagli studiosi come Variante della semplicità di spirito più grande questa testa era stata denominata dal conte Guglielmo Coronini lo Starnuto.
Presentate inizialmente come un fenomeno da baraccone, esibite nelle fiere per il divertimento del pubblico, le “teste di carattere” di Messerschmidt sono state oggetto di una vera e propria rivalutazione artistica e critica solo a partire all’inizio del Novecento, quando se ne cominciò a cogliere la profonda carica innovativa, grazie anche alle moderne teorie della psicoanalisi che cercarono di fare luce sui processi creativi dello scultore. L’interesse nei confronti di Messerschmidt è andato in seguito crescendo progressivamente soprattutto nei paesi di lingua tedesca, fino a diventare, nell’ultimo decennio, un vero e proprio fenomeno internazionale.